L’esercito Israeliano ha lanciato un’operazione offensiva a Jenin

L'obiettivo dichiarato è la ricerca dei terroristi, ma nel frattempo i costi in termini di vite umane sono ingenti: almeno 8 i civili uccisi, oltre 100 I feriti.

L’obiettivo da parte delle forze israeliane sembrerebbe quello di separare il campo profughi dal resto della città. I reparti militari israeliani che la scorsa notte hanno cominciato l’offensiva contro Jenin hanno utilizzato anche droni ed elicotteri. L’offensiva ha fatto sì che si ingaggiasse uno scontro a fuoco con alcuni miliziani che si trovavano nel campo profughi della città. Dura la risposta di Al-Fatah, che ha accusato Israele di aver lanciato un “attacco barbaro” contro la città, che non dissuaderà l’organizzazione dal continuare a “difendere il popolo palestinese fino all’indipendenza e la libertà”. 8 i civili palestinesi morti, 10  miliziani uccisi, ignote le perdite per Israele.

L’operazione ha coinvolto più di mille soldati dell’IDF, in quella che è stata la più grande prova di forza dello stato ebraico negli ultimi 20 anni. Secondo quanto dichiarato da Israele l’obiettivo era scovare depositi di munizioni e centri di comando dei “terroristi”. In parti della città è stata interrotta l’erogazione della corrente elettrica.

L’azione è stata pianificata con 10 giorni d’anticipo e gli Stati Uniti sono stati pre avvisati.  La giornata ha visto il perdurare di numerosi altri scontri a fuoco, che si sono verificati attorno alla Moschea del campo profughi dove “si erano asserragliati uomini armati” e dove sono state scoperte due cavità “con esplosivi, armi ed equipaggiamento militare”, sempre secondo quanto riportato da Israele.

La città apparterebbe di diritto alla Palestina, ma è de facto occupata da Israele fin dal 1967. Gli scontri da allora sono intensi e la tensione rimane perennemente costante, in particolare pochi giorni prima, un commando dell’esercito israeliano aveva compiuto un blitz in forze per arrestare due ricercati, per poi essere evacuato con elicotteri da battaglia dopo feroci scontri a fuoco. Oltre 3.000 persone sono state costrette a lasciare il campo profughi.

Il Segretario generale dell’Onu, Guterres, si è detto “profondamente preoccupato”, mentre il portavoce del Presidente Palestinese Abu Mazen ha dichiarato: ciò che il governo di occupazione israeliano sta facendo a Jenin è un nuovo crimine di guerra contro il nostro popolo indifeso”.

La situazione in Palestina rimane, come al solito, incandescente. Sarà ora interessante notare quali saranno gli effetti di questa pericolosa escalation.

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