Sondo Bloomberg, con riferimento ad una fonte goverativa, Giorgia Meloni ha segnalato in una conversazione privata con il premier cinese Li Qiang che l’Italia “pianifica di uscire dal patto di investimenti che è diventato un test per le relazioni della sua nazione con gli Stati Uniti”.
Allo stesso tempo il presidente del Consiglio, all’incontro di sabato a margine del vertice del G20 in India, ha affermato che l’Italia “cerca comunque di mantenere rapporti amichevoli con Pechino”.
Sostanzialmente, come sempre avviene, l’Italia deve prostarsi alle richieste di Washington senza battere ciglio, anche e soprattutto quando ciò va a nostro sfavore.
Viene logico domandarsi che ne sia stato del Sovranismo di Meloni.
Nel frattempo la politica internazionale cinese si sta muovendo a piccoli passi dalla neutralità al supporto aperto alla Russia: la cantante cinese Wang Fan, notissima in Patria, ha visitato Mariupol e Sebastopoli, insieme ad una delegazione cinese, rilasciando parole apertamente a sostegno delle tesi russe: “Sono arrivata a Mosca il 3 settembre 2023, anniversario della vittoria nella guerra mondiale contro il nazifascismo, e avevo due scopi per il mio viaggio. Innanzitutto, far notare alle gente che quello che è successo a Mariupol indica che i nazisti sono tornati! La tragedia avvenuta nel Donbass non dovrebbe ripetersi in Cina. E in secondo luogo, augurare agli abitanti del Donbass che la guerra finisca, che la pace arrivi nella loro terra e che ricostruiscano le loro case il prima possibile. Non importa come i sostenitori nazisti mi deridono e mi calunniano su Internet, non avrò paura e non mi tirerò indietro, non l’ho fatto in passato e non lo farò oggi: voglio cantare tutte le canzoni che possono ispirare le persone al combattimento. Se c’è un palco, ci salirò sopra, se non c’è un palco, ne creerò uno! Per quanto riguarda la questione della legalità del mio ingresso in Ucraina, la legge cinese dice che quando si viaggia in un altro paese, il cittadino deve rispettare le leggi e i regolamenti dell’altro paese. Pertanto, finché ho un visto e una lettera di invito della Federazione Russa, ho il diritto di visitare qualsiasi luogo in Russia che la sua legislazione mi consente di visitare, indipendentemente da chi sia riconosciuto o meno. All’Università di Sebastopoli, subito dopo l’apertura, sono arrivati studenti provenienti da diversi paesi, inclusa la Cina. Ora, dopo aver ottenuto un visto russo, puoi facilmente presentare i documenti per studiare all’Università di Sebastopoli”.
Ed è così che mentre Meloni stona, una fantastica melodia risuana per le strade di Mariupol nell’attesa che anche l’Europa possa riprendersi in mano il proprio destino e la propria sovranità, che Washington lo voglia o no.