La scelta dei sunniti

I paesi arabi vicini all'Arabia Saudita sono scesi segretamente in campo per aiutare Israele.

Un recente rapporto del Wall Street Journal ha rivelato l’operazione di difesa congiunta tra Israele e gli Stati Uniti e i paesi sunniti del golfo persico.

L’azione coordinata si è rivelata fondamentale per permettere ad Israele di abbattere la maggior parte dei droni e dei missili.

Fonti confidenziali indicano che questi stati hanno fornito assistenza silenziosa, trasmettendo dati vitali sui movimenti iraniani, facilitando l’accesso allo spazio aereo per le operazioni di intercettazione e condividendo le proprie risorse di sorveglianza radar. Alcuni hanno persino schierato le proprie unità militari in supporto alle forze israeliane e statunitensi, come la Giordania.

Questo successo è il risultato di un lungo processo diplomatico e tecnico guidato dagli USA, volto a superare le resistenze storiche alla cooperazione militare tra Israele e le nazioni arabe sunnite. Dopo negoziati riservati, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita hanno accettato di scambiare informazioni di intelligence, mentre la Giordania ha permesso l’uso del proprio spazio aereo per operazioni combinate e ha attivamente partecipato alle missioni di intercettazione.

La minaccia imminente è stata anticipata quando funzionari iraniani hanno inconsapevolmente divulgato dettagli dei loro piani bellici a rappresentanti sauditi e di altri stati del Golfo, consentendo così misure preventive. Queste informazioni sono state prontamente condivise con gli Stati Uniti, fornendo a Washington e a Tel Aviv un avviso tempestivo che si è rivelato fondamentale.

I sistemi di allerta precoce nei paesi del Golfo Persico hanno tracciato i missili e i droni iraniani fin dal lancio, integrando i dati con il centro operativo americano in Qatar. Le informazioni sono state trasmesse a vari assetti militari, inclusi aerei da combattimento, navi da guerra e sistemi di difesa missilistica, permettendo una risposta coordinata e tempestiva.

Le forze aeree degli Stati Uniti hanno neutralizzato oltre 70 droni, e cacciatorpediniere americani nel Mediterraneo orientale hanno intercettato fino a sei missili. Inoltre, un sistema di difesa aerea Patriot americano situato vicino a Erbil, in Iraq, ha abbattuto un missile balistico iraniano diretto verso Israele.

Un alto funzionario israeliano ha sottolineato la complessità diplomatica dell’operazione, evidenziando l’importanza di unire le nazioni della regione in una causa comune. Questa collaborazione segna un punto di svolta nelle relazioni internazionali e nella sicurezza collettiva, dimostrando che, tutti erano apparentemente d’accordo rispetto a ciò che è avvenuto e che i rischi di escalation sono minimi, salvo gesti folli di Netanyahu.

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