Presentato a Roma il 17 aprile il nuovo Rapporto “Amministratori sotto tiro” di Avviso Pubblico, che riporta dati allarmanti: nel 2023 sono stati censiti 315 atti intimidatori contro sindaci, amministratori locali e dipendenti della pubblica amministrazione, uno ogni 28 ore. Un dato che conferma il trend preoccupante degli ultimi 14 anni, con oltre 5.300 eventi di violenze e minacce registrati da Avviso Pubblico.
Se da un lato i numeri sono in crescita, dall’altro emerge un dato positivo: la maggior parte degli atti intimidatori (incendi, attentati dinamitardi, non solo minacce e offese sui social) si concentra al Centro-Sud, in aree dove è forte la presenza delle mafie. Calabria (con 51 episodi, in particolare la provincia di Cosenza), Campania, Sicilia e Puglia sono le regioni più colpite. Un quadro che evidenzia un nesso pericoloso tra intimidazioni e criminalità organizzata, che deve spingere il legislatore a rivedere la legge.
La Calabria é la regione più colpita, con 51 episodi di atti intimidatori, in particolare nella provincia di Cosenza (30 casi in 15 comuni). Seguono Campania (47 casi), Sicilia (42) e Puglia (38). Un dato che, seppur preoccupante, offre anche una lettura positiva: in queste zone, gli atti intimidatori sono spesso la risposta al coraggio di amministratori che resistono alle pressioni mafiose.
Con l’avvicinarsi delle elezioni, cresce la preoccupazione per un possibile inasprimento del fenomeno, con le organizzazioni criminali pronte a condizionare il voto. Il 55% degli atti intimidatori avviene in comuni con meno di 20.000 abitanti, mentre il 21% in comuni già sciolti per mafia. Ancora una volta, le donne sono particolarmente colpite, con il 17% del totale delle aggressioni e minacce. Cambiano anche le modalità: dalle lettere minatorie si passa ad azioni più violente come gli incendi.
I dati del Rapporto 2023 confermano un trend inaccettabile: negli ultimi 14 anni, Avviso Pubblico ha registrato oltre 5.300 eventi di violenze e minacce contro amministratori locali. Un dato che dimostra la necessità di un’azione urgente e concreta da parte di tutte le istituzioni per garantire la sicurezza di chi opera al servizio del bene comune.
La notizia è riportata nel dettaglio da “Lo Spiffero”.
Non a caso queste violenze avvengono specialmente in: Calabria, Campania, Sicilia e Puglia…
Temo che queste regioni, che si distinguono anche per le diffuse ruberie, siano la palla al piede dello Stivale Italico…
P.S. ad evitare probabili querele, ribadisco che ho espresso delle opinioni, tutelate dalla Costituzione più bella del mondo, nata dall’Antifascismo, dalla Resistenza e dalle eroiche gesta dei Partigiani Rossi, scandite dalle immortali note di “Bella Ciao”.