Nella giornata di oggi sono emersi nuovi dettagli sull’inquietante caso di accessi abusivi ai conti correnti di figure politiche e altre personalità di spicco.
Al centro della vicenda ci sarebbe un ex dipendente di Intesa Sanpaolo, licenziato lo scorso agosto, che avrebbe violato la privacy di numerosi clienti, tra cui la premier Giorgia Meloni, sua sorella Arianna Meloni e l’ex compagno della leader di governo, Andrea Giambruno. Coinvolti anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e i ministri Guido Crosetto e Daniela Santanché.
Secondo le indagini in corso presso la Procura di Bari, l’impiegato in questione avrebbe effettuato in modo illecito quasi 7.000 accessi a conti correnti nel corso di 26 mesi. Si ipotizza che dietro queste azioni ci possano essere finalità di dossieraggio, ma al momento non ci sono conferme ufficiali. Le autorità procedono con l’accusa di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, mentre la banca, dopo essersi accorta delle violazioni, ha avviato subito un’indagine interna, che ha portato al licenziamento del dipendente.
La premier Meloni, utilizzando il social X (ex Twitter), ha commentato l’accaduto con una punta di ironia amara: “Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano”. Il suo post era accompagnato da una foto che la ritrae con sua sorella Arianna e il titolo di un articolo che riportava l’inchiesta. Anche Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha espresso preoccupazione, chiedendosi quanti altri dossier potrebbero essere stati costruiti in questi anni e quali siano le reali motivazioni dietro questi accessi.
L’indagine, che sta ancora cercando di far luce sulle ragioni e sugli obiettivi degli accessi illegali, ha rivelato che, oltre alle sorelle Meloni e ad altri membri del governo, sarebbero stati monitorati conti correnti di militari, politici e personalità del mondo giudiziario. Tra le vittime si contano anche il governatore della Puglia Michele Emiliano, quello del Veneto Luca Zaia, il procuratore della Procura nazionale antimafia Giovanni Melillo e il procuratore di Trani Renato Nitti. Gli investigatori stanno cercando di capire se queste violazioni siano state dettate da puro voyeurismo o se dietro vi sia una più complessa attività di spionaggio politico.
Le attività illegali dell’ex dipendente sarebbero avvenute tra il febbraio 2022 e l’aprile 2024, e avrebbero coinvolto oltre 3.500 clienti distribuiti su 679 filiali in tutta Italia. L’indagine è partita quasi casualmente, grazie ai controlli di routine svolti dai sistemi di sicurezza della banca, che hanno notato movimenti anomali rispetto alle normali procedure.
Intesa Sanpaolo ha assicurato piena collaborazione alle autorità giudiziarie e ha già presentato denuncia al Garante per la protezione dei dati personali. La vicenda ha suscitato reazioni anche in ambito politico: il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha espresso solidarietà alle vittime, mentre il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha proposto l’adozione di misure preventive per contrastare il fenomeno del dossieraggio.
Le reazioni non si sono fatte attendere anche dai banchi dell’opposizione. Licia Ronzulli di Forza Italia ha definito la vicenda “inquietante e allarmante”, mentre Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia ha sottolineato come, pur essendo sconvolgente, questa non sia una sorpresa alla luce di precedenti episodi simili.
Le indagini proseguono, con perquisizioni e sequestri di documenti e file, nella speranza di fare chiarezza su un caso che mette in luce vulnerabilità nel sistema di protezione dei dati sensibili di migliaia di persone in Italia.
Il caso di oggi si aggiunge ai già precedenti ed allarmanti scandali di spionaggio e dossieraggio che hanno visti la cooperazione di almeno un ufficiale dei servizi segreti e di diversi giornalisti con il ruolo dell’intelligence italiana in queste vicende non ancora del tutto chiarito.